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Costume e malcostume.1
L’Anno zero dell’Era Cafona.
Va in archivio un'altra memorabile stagione estiva per il Salento, da anni ormai riconosciuto come terra delle vacanze, del mare, del sole, della musica, della movida, del buon cibo, della gioia di vivere, e chi più ne ha più ne aggiunga.
Capitale di questo autentico 'polo delle meraviglie' è stata ancora una volta Gallipoli. La città bella per antonomasia.
Bella. Ma anche sporca. Spesso terribilmente sudicia - specialmente nelle due settimane a cavallo di ferragosto -, tanto da aver risvegliato l'orgoglio personale e il senso di dignità nei propri cittadini, corsi (finalmente!) a insorgere in Municipio, per chiedere un argine allo stato indecoroso di strade, spiagge, lungomari, arenili…
«Giovedì 21 agosto - si legge sul sito de La Stampa di Torino - oltre 300 gallipolini hanno manifestato sotto il Palazzo di Città in concomitanza con la seduta del Consiglio comunale per protestare contro il governo cittadino considerato responsabile di aver permesso il degrado. La manifestazione è stata organizzata dal "Comitato cittadino di liberazione" nato spontaneamente sul web in questi giorni, in risposta all'invasione di migliaia di giovani turisti, fotografati mentre urinano o vomitano per strada, mentre dormono sui marciapiedi o negli accessi privati. Le foto ritraggono le spiagge libere trasformate in campeggi abusivi e i cumuli di rifiuti disseminati un po' ovunque...».
Sul sito Affari Italiani.it si parla di "Salento a rischio" e "Crisi d'identità". E per rendere meglio l'idea di questo turismo di massa trash e cafonesco, segnala che a Gallipoli, in agosto, perfino i garage si affittano come case per le vacanze. Piatto ricco, mi ci ficco! Anche i privati cittadini, gatton gattoni, fanno affari d’oro…
Tanto i ragazzi sono ragazzi. Sanno arrangiarsi e pagano anticipato.
Tanto i ragazzi sono ragazzi, beati loro. Non importa se arrivano a migliaia e sono lasciati a se stessi. Nel largo piazzale adiacente al cimitero, che fa da terminal per corriere, autobus di linea, taxi, navette, ed è affollatissimo a tutte le ore, non importa se non esiste una sola panchina, e men che meno uno straccio di bagno pubblico.
Salvo quelli delle auto in divieto di sosta (che fanno cassa), i controlli sono rarissimi. E i giovani più intraprendenti e turbolenti si sentono liberi di fare quello che vogliono.
Se a Barcellona, quest'anno, gli spavaldi giovanottoni italiani hanno fatto parlare di sé girando nudi per la città, Gallipoli ha offerto altre amenità, fra cui, poco dopo l'alba, una sensazionale scena di sesso orale fra una ragazza e un ragazzo sulla spiaggia della Purità, nel cuore della città vecchia…
Possibile? Possibile! Anzi, certo. Come si evince dalle testimonianze foto-video amatoriali che ancora circolano sul web, e rimbalzate sui giornali di mezza Europa (fra cui l’autorevole Indipendent). O dai pruriginosi dibattimenti allestiti nelle televisioni pubbliche e private, compresa mamma RAI, in Uno Mattina del 27 agosto, che ha ospitato il giovane presidente del Comitato civico gallipolino, un sociologo e una scrittrice a discutere in lungo e in largo l'episodio…
* * *
Nell'indimenticabile e premiatissimo film Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, il grande Leopoldo Trieste, nei panni del parroco-censore don Adelfio, era preposto a visionare in anteprima le pellicole in programmazione nel cinema del paese, e scampanellava furiosamente (…ricordate?) ad ogni scena di bacio amoroso che compariva sullo schermo, ordinando così all’operatore di macchina di tagliarla definitivamente dalla proiezione per evitare turbamento o scandalo.
Naturalmente, non ci va affatto di fare quel genere di moralismo. Non è censurando e “tagliando” dalla scena i giovani che si risolve – pilatescamente – il problema. Anche perché, se i ragazzi sanno arrangiarsi, non tutti sono reprobi, drogati e mascalzoni.
Ci va però di difendere la nostra bella e civilissima terra (che è da sempre terra di conquista e di fascino), da ulteriori barbarismi e oltraggi fuori luogo, ivi incluse le poche o tante disattenzioni di chi è preposto alla salute pubblica – etica prima che fisica –, invitando chi di dovere a prendere responsabilmente le opportune misure, con le giuste regole e la loro giusta osservanza, per l’immediato futuro. Ad meliora semper!
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